Unisex, trendy, ma con quel tocco vintage che conquista.
Si abbina praticamente su tutto. Ottimo per la spiaggia, ma perfetto anche in città.
Sto parlando del cappello di paglia
Eccolo tornare prepotentemente di moda, addirittura da potersi definire il vero accessorio must have dell’estate 2018.
Visto sulle passerelle dei maggiori stilisti, rivisitato, reso prezioso eppure, vale la pena ricordarlo, il cappello di paglia ha origini piuttosto umili.
Nato dal materiale di scarto proveniente dalla lavorazione del pane e usato da chi lavorava nei campi per ripararsi dal sole, cercando un pò d’ombra sotto la larga tesa e la trama leggera capace di far passare l’aria.
In gran voga durante tutto l’Ottocento, un pò alla volta il copricapo ha ceduto il passo a cappelli realizzati in altri materiali certamente più lavorati.
Per fortuna oggi è stato riscoperto dall’alta moda, ma non solo, e rappresenta anzi una vera ricercatezza, un piccolo accessorio trendy su cui puntare.
Un altro elemento che lo rende un pezzo di grande valore è indubbiamente l’intreccio che lo caratterizza: un’arte antica, una lavorazione puramente artigianale, orgoglio del Made in Italy.
Quella dell’intreccio della paglia è un’arte antica, attestata in Italia già dal Medioevo, soprattutto in Toscana, nella zona della Piana di Firenze.
Fu qui che nel primo Settecento giunse a Signa Domenico Michelacci, artigiano bolognese, che introdusse la coltivazione, la raccolta e la lavorazione del grano per la realizzazione esclusiva di manufatti in paglia.
Quest’arte della treccia, oggi, rimane viva grazie a circa 20 aziende, riunite nel Consorzio del Cappello di paglia di Firenze, che rispondono alla domanda delle più importanti case di moda internazionali.
Insomma, un accessorio apparentemente povero, ma con un’immensa ricchezza simbolica.
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Per un cappello in paglia ti suggerisco una fascia dall’aspetto grezzo, come la seta shantung
